queste parole non sono farina del mio sacco, ma condivido quest'idea.
Esiste una dimensione senza spazio e senza tempo, sospesa in un continuo divenire quasi incosciente. In quella dimensione l'unica cosa che esiste è il bisogno e il suo placarsi o il suo accentuarsi: bisogno di cose materiali, di parole non dette, di energie per continuare ad andare avanti o per chiudere gli occhi e non continuare. Le persone che ti circondano hanno grandi occhi che giudicano, sempre puntati su di te, sul tuo agire... ma sono persone che non ti vedranno mai veramente, che tu giudichi distanti e vicine allo stesso tempo, comunque assillanti. Quegli occhi puntati li detesti e li cerchi non appena si distraggono lasciandoti senza più terra sotto i piedi... occhi che sono la tua terra. Parlano una lingua che non è la tua ma riesce a ferirti ogni volta per quanto è vera e spietata nel dipingerti come un alieno a te stesso: non puoi essere così come quelle parole ti dipingono, il mondo intero è diverso nelle tue parole rispetto a quelle, nei tuoi pensieri. Parole sciocche e senza senso e così odiose quando si mostrano rivelatrici di reali realtà. L'unica difesa è avversarle e negarle anche quando i fatti si svelano identici alle previsioni pronunciate in tempi non sospetti da quelle parole: negare senza pietà o, quando non è possibile, addirittura negare i fatti e raccontarli con le tue parole in modo quanto più antitetico sia possibile all'insopportabile aderenza dei fatti alla odiosa descrizione... spoetizzante secondo una poetica tua propria che si modella attorno al tuo egoismo. E' una dimensione senza spazio e senza tempo, solo dopo lunghi tratti già percorsi qualche foto immatura è capace di evidenziare capelli bianchi e rughe invisibili ad occhio nudo, ai nostri occhi. Forse le foto sono l'unico mezzo per acquisire coscienza in quella dimensione incosciente... Ma di solito si guardano veramente solo dopo le prime messe in requiem.
E' una dimensione non parallela, è la prima dimensione che riconosciamo, la nostra dimensione di partenza dalla quale qualcuno, ogni tanto, uscirà solo con il cuore a pezzi catapultandosi nella prima altra dimensione di passaggio diversa da quella, con in mente e nell'anima l'illusione che sarà di certo migliore. E' una dimensione sospesa nello spazio e nel tempo in cui tu sei sempre uguale, gli altri sono sempre gli stessi solo fin quando vi resti dentro... Dalle nuove dimensioni dove sei approdato la guardi con incredulità, ti appare come una sfera dai contorni soporiferi e, spesso, accade che ti ascolti parlare e riprodurre le parole odiose che acquistano nuovo sapore, le degusti al palato ed hanno il tuo gusto, forse solo quando i tuoi occhi e le tue parole saranno diventati odiosa dimensione per tuo figlio... o per tuo nipote... o per nessuno...
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