Chi è amante della serenità di spirito e di aria balsamica, non può restare indifferente dinanzi ai monti che si elevano a cornice intorno a questo piccolo paese, sulle cui balze si presentano scenari fantastici di poggi e gobbe, popolati di ombrosi olmi, degradanti in amene vallate tappezzate di fiori, di pianure ondendeggianti di messi, attraversate da gorgolianti ruscelli, anelanti fra file di salici e pioppi, di sfociare nel tauriforme Ofanto.
Per avere un concetto preciso delle origini di Lioni, è doveroso navigare in quel grande oceano di storia quale è il periodo dell'espansione della potenza di Roma. In questo periodo, ed anche prima, Lioni esisteva quale centro indipendente sotto il nome di Ferrentina, a pochi chilometri dell'attuale cittadina, sulla riva destra dell'alto Ofanto. Non ci è dato conoscere con esattezza a quali tribù o gruppi etnici appartenessero i primi uomini che si stanziarono in modo stabile lungo l'alta riva di questo fiume, ove furono certamente attratti oltre che dalla necessità di fornirsi d'acqua, anche dal bisogno di garantirsi un'esistenza meno rischiosa, al riparo, lungo le balze dei monti circostanti, dalle insidie di aggressioni di tribù più prepontenti. il clima umido della zona e le pianure ombreggiate, adatte alle colture più elementari, costituivano inoltre per essi l'ambiente ideale per una forma approssimativa di organizzazione economica collettiva.
Dai fatti nomati da Tito Livio (lo storico autorizzato dalla Roma Imperiale), si può intravedere che questo popolo era già una realtà politica economica organizzata, con fiorenti centri e con colonie oltre i confini dello stato.
Rare o nulle sono pertanto le testimonianze della civiltà di quel tempo remotissimo, poichè per una dura e severa politica dei romani di distruggere ogni memoria dei popoli vinti, nè Tito Livio nè alltri storici ci hanno potuto tramandare le gesta , il culto, le pratiche religiose e le abilità politiche di questa civiltà.
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